Principali servizi offerti a Udine
La psicoterapia ha come punto di riferimento il modello psicoanalitico, anche se si sviluppa generalmente con incontri meno frequenti rispetto alla psicoanalisi classica e con una modalità di presentazione vis a vis anziché con il paziente sdraiato sul lettino.
Essa è finalizzata in primis al superamento di una determinata difficoltà o problematica psicologica fonte di disagio, conflitto interiore e sofferenza. Inoltre, attraverso un percorso che porta ad una migliore conoscenza di sé, è possibile giungere a nuovi e più funzionali significati da attribuire alle proprie esperienze di vita, oltre che alla modificazione di alcuni aspetti della propria identità personale.
Lo strumento principale di intervento è il colloquio clinico, con frequenza da valutare e concordare in rapporto alla problematica del paziente e alla fase della cura. Essa, infatti, di solito è preceduta da una fase preliminare di alcuni incontri in cui il terapeuta valuta e poi concorda con il cliente quali siano le modalità e i tempi intervento più idoneo per la persona.
Talvolta le persone possono formulare una domanda di cura non così fortemente centrata sul sintomo o su una urgenza, piuttosto da un desiderio di approfondire approfondire il significato di alcuni passaggi opachi della propria storia personale, o di approfondimento rispetto al proprio modo di relazionarsi con gli altri, oppure ancora, d’interrogarsi ulteriormente rispetto a sé stesse e ai propri modi di agire e alla propria incompletezza. In questo ultimo caso si può specificatamente parlare di un percorso di analisi personale.
Quando si attraversano fasi della vita particolarmente stressanti o quando un evento traumatico, una malattia o un lutto colpiscono la persona o un suo familiare, questi può sentir venir meno le risorse necessarie a superare la fase di crisi così come può sentir mancare la voglia di andare avanti. In queste situazioni è facile sentirsi scoraggiati, in balia degli eventi, fino allo sfinimento, oppure essere demotivati, apatici e quindi avere la sensazione di trovarsi bloccati in una situazione difficile.
Quando si percepisce questa sorta d’impotenza relativa al proprio fare, al poter agire attivamente sull’evento che crea disagio è utile richiedere il sostegno di uno psicologo. Un sostegno professionale, soprattutto se orientato da una teoria psicoanalitica, risulta molto diverso da quello fornito da un amico o un familiare. Esso, infatti, oltre a far luce sul malessere della persona inquadrandola all’interno della sua personalità, permette di individuare quali sono le particolari risonanze emotive e implicazioni personali che sono entrate in gioco in quella situazione o evento per quella specifica persona. A partire da ciò è possibile, poi, orientare e sostenere la persona a trovare nuove risorse sia all’interno che all’esterno di sé.
Il percorso di sostegno normalmente è un percorso più breve rispetto a quello di tipo psicoterapeutico in quanto non mira a produrre dei cambiamenti profondi come nella psicoterapia, quanto a favorire l’uscita dalla crisi, ad assumere consapevolezza rispetto ai propri vissuti emotivi, a migliorare il senso di efficacia e ad accettare il cambiamento per poter acquisire un modo nuovo di vivere la propria vita.
La consultazione psicologica consiste in un numero limitato di colloqui mirati ad identificare, spiegare e ridefinire le problematiche e il disagio della persona per meglio affrontare la situazione.
Chiunque, e ad ogni età (adolescente, adulto, anziano), può aver bisogno di confrontarsi in merito alle proprie questioni personali perché sta affrontando un passaggio difficile del ciclo di vita, ha necessità di essere orientato rispetto ad una situazione nuova o complessa, ha bisogno di una spinta per superare una condizione di stallo e superare un momento di crisi…
La consulenza è centrata sulla situazione problematica e mira ad individuare in tempi brevi (indicativamente 5-12 incontri) le risorse che è possibile attivare, e ad individuare le strade percorribili (eventualmente anche coinvolgendo altri specialisti) per modificare le cose, evitando che i problemi non affrontati si stratifichino e diventino sempre più complessi, sino ad incatenare il soggetto.
L’obiettivo della consulenza rimane quello di fornire alla persona un aiuto mirato affinché possa risolvere o gestire le proprie difficoltà autonomamente, grazie alla proprie risorse personali. In alcuni casi ed in base al tipo di disagio la persona può essere indirizzata ad un percorso di psicoterapia.
Gli ambiti di intervento della consulenza sono i più vari: conflitti personali, familiari o lavorativi, ma anche una semplice incomprensione con un figlio o un amico, problematiche legate alla sfera sessuale, relazionale, o in generale situazioni di cambiamento improvviso o legate alle fasi del ciclo di vita oppure ancora situazioni che provocano sofferenza.
La consulenza genitoriale e la consulenza scolastica meritano un approfondimento specifico in quanto i cambiamenti della società e della famiglia rendono attualmente molto complesso il lavoro educativo dei genitori, così come quello formativo dei docenti. Vengono, infatti, richieste competenze relazionali ed emotive sempre più raffinate per la complessità dei problemi e delle domande che i ragazzi pongono. Risposte che, spesso, sembrano impossibili.
Essere genitori non è mai semplice, non sembra di essere mai all’altezza del compito ma, soprattutto, non lo si è nel momento in cui mancano le reti parentali, le strutture e le agenzie sociali che sostengono la famiglia. Il genitore sempre più frequentemente si trova solo nel delicato compito di fornire una guida e costituire un punto di riferimento per il proprio figlio. Per questo la consulenza psicologica può orientare il genitore nel comprendere la reale natura di un problema, dare significato ad un comportamento che apparentemente può sembrare disfunzionale ma che, frequentemente, non è tale.
Confrontarsi con chi ha l’esperienza e gli strumenti per inquadrare e definire un aspetto opaco, difficoltoso, a volte problematico, può dare l’opportunità di leggere e comprendere quell’aspetto in un modo completamente nuovo e spesso sorprendente.
Ciò può permettere sia al figlio che al genitore di mettere in atto cambiamenti o individuare nuove soluzioni.
L’attività di formazione e di supervisione di cui mi occupo è rivolta ad educatori professionali impegnati nell’Area del Disagio e della Disabilità del Servizio Socioeducativo Territoriale e delle Comunità, ad operatori sociosanitari impegnati nell’assistenza agli anziani e alle persone con disabilità, al personale infermieristico.
La formazione agli insegnanti può riguardare sia gli aspetti neuropsicologici che impattano gli aspetti didattici, sia gli aspetti emotivo-relazionali e quelli comportamentali che influenzano il clima nell’ambito classe.
La supervisione tecnica può essere condotta in forma individuale o in gruppo, mediante l’utilizzo di metodologie diversificate quali l’uso di giochi di role playing e la tecnica dello psicodramma analitico.
La consulenza scolastica agli insegnanti è finalizzata a migliorare il percorso di apprendimento del bambino. Essa, più frequentemente, può essere attivata a completamento di un percorso di valutazione psicodiagnostica di tipo cognitivo e di valutazione neuropsicologica.
In questo caso, quindi, lo psicologo può fornire agli insegnanti quegli elementi specifici relativamente al profilo del bambino che sono fondamentali per la personalizzazione dell’intervento didattico ed educativo. Il bambino potrà quindi migliorare non solo i risultati scolastici, ma anche la motivazione all’apprendimento e sperimentare quelle esperienze di successo utili alla sua autostima.
Altre volte può essere attivata per migliorare le relazioni nel gruppo classe, soprattutto quando si affrontano aspetti di tipo emotivo e comportamentale.